LE VACCINAZIONI NEL PAZIENTE ALLERGICO : ESISTONO CONTROINDICAZIONI?
Negli ultimi anni si è progressivamente affermata la necessità di rimuovere tutti gli ostacoli posti all’esecuzione delle vaccinazioni per garantirne la somministrazione a tutti, quindi anche ai pazienti allergici. La “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni” pubblicata nel 2017 dall’Istituto Superiore di ha affrontato in maniera esauriente il problema specifico, insieme a molti altri aspetti. E’ a questo documento che faremo riferimento, riportando le indicazioni che riguardano specifiche situazioni considerate a rischio.
Le reazioni allergiche ai vaccini attualmente in uso sono valutate avere una incidenza di circa 1/ milione di dosi somministrate (media tra vari vaccini) rappresentando una minima parte delle reazioni avverse possibili. La responsabilità delle reazioni, di varia gravità fino all’anafilassi quelle immediate, di minore gravità in genere quelle ritardate (dermatiti locali), è raramente da attribuire a componenti specifiche del vaccino.
Più spesso ne sono responsabili dei contaminanti, cioè allergeni presenti nei terreni di coltura cellulari, oppure tracce di antibiotici o disinfettanti utilizzati nella produzione.
Ma come questi problemi possono influenzare la tolleranza ai vaccini nel paziente allergico?
Paziente con asma bronchiale:
In caso di asma non controllato (presenza di 3 o 4 sintomi) la somministrazione delle vaccinazioni va rinviata fino al raggiungimento di almeno un parziale controllo. Se non si perviene almeno ad un parziale controllo dell’asma richiedere una valutazione allergologica. Le persone affette da asma bronchiale persistente grave devono essere vaccinate in ambiente protetto.
Paziente con allergia alimentare:
- per la somministrazione delle formulazioni contenenti lattosio tra gli eccipienti, non potendo escludere la presenza di proteine del latte, i soggetti con reazione allergica grave alle proteine del latte vanno tenuti in osservazione per 60 minuti. Se disponibili vanno utilizzati preferibilmente i vaccini che non contengono lattosio, anche se reazioni rarissime da lattosio poco purificato e quindi contaminato da proteine del latte sono state descritte dopo assunzione di farmaci, non di vaccini
- l’allergia all’uovo non è più considerata una controindicazione alla somministrazione dei vaccini contro l’influenza per cui la vaccinazione può essere praticata nei soggetti che sono a rischio di complicanze dell’influenza. I vaccini antinfluenzali contengono attualmente quantità non sufficienti per causare reazioni nelle persone allergiche all’uovo, cioè meno di 1μg di ovoalbumina, anche se il contenuto può variare, pertanto possono essere somministrati alle persone che hanno manifestato reazioni allergiche inclusa l’anafilassi dopo l’assunzione di proteine dell’uovo. I soggetti che hanno reazioni allergiche lievi come prurito o tollerano l’uovo cotto possono essere regolarmente vaccinati negli ambulatori. Per quelli che dopo aver assunto uova riferiscono comparsa di angioedema, sintomi respiratori, vomito ripetuto o abbiano richiesto la somministrazione di adrenalina o altro trattamento medico d’emergenza, persistendo un minimo rischio di reazione allergica grave, gli autori ritengono sia preferibile eseguire la vaccinazione in ambiente protetto prolungando il periodo di osservazione a 60 minuti. Negli ultimi anni è noto che bambini con gravi allergie alle proteine dell’uovo sono stati vaccinati con MPR (Morbillo-Parotite-Rosolia) senza reazioni, per cui la vaccinazione può essere regolarmente eseguita. Da lungo tempo non è raccomandata l’esecuzione di test cutanei o protocolli di desensibilizzazione per le persone con grave allergia alle proteine dell’uovo. Unica vaccinazione controindicata per i gravi allergici all’uovo è quella contro la Febbre gialla (in quanto contiene una quantità superiore di ovalbumina). In questo caso la valutazione allergologica con test cutanei è prevista e considerata utile.
- L’allergia alla gelatina animale è la principale causa conosciuta di anafilassi dopo vaccinazione MPR. I soggetti che riferiscono all’anamnesi reazione allergica grave alla gelatina o alla carne suina o bovina, o a prodotti contenenti gelatina, o al galattosio-alfa-1,3 galattosio (alfa-GAL) devono essere vaccinati con preparati alternativi privi di gelatina, disponibili in commercio. In questi casi prima della vaccinazione è comunque consigliabile eseguire una consulenza allergologica per accertare la sensibilità alla gelatina e le modalità di somministrazione del vaccino.
Pazienti con allergie da contatto:
In caso di anamnesi positiva per grave reazione allergica da lattice naturale non si devono somministrare vaccini preparati in fiale o siringhe che contengono gomma naturale. Si raccomanda di evitare che l’ago utilizzato per l’iniezione venga a contatto con il tappo o altre componenti in lattice. Sostanze contenute nei vaccini come ad es. alcuni antibiotici amino glicosidi (neomicina), sali di alluminio, fenossietanolo e altre possono dare fenomeni di ipersensibilità di tipo ritardato (dermatite, noduli in sede di iniezione) che non rappresentano controindicazioni alla somministrazione di vaccini che le contengono.
In conclusione, oggi il problema delle vaccinazioni nel soggetto allergico è molto ridimensionato rispetto ad un passato anche recente in cui è stato sopravvalutato e tanti soggetti sono stati privati di vaccinazioni necessarie.
I pediatri e i Medici di Medicina Generale hanno la possibilità di rivolgersi ai Centri vaccinali dove, sulla base di esperienza e di Linee-Guida nazionali ed internazionali (tra cui quello citato) la maggior parte dei problemi possono essere risolti positivamente.
Il progresso della tecnologia di preparazione dei vaccini consente inoltre di avere a disposizione varie tipologie di prodotti, in modo da poter scegliere per il singolo paziente il più adatto in base alle sue caratteristiche e patologie di base. Questo stesso principio probabilmente ispirerà la campagna vaccinale anti-COVID, per la quale avremo a disposizione vari tipi di vaccino dotati di elevata efficacia e sicurezza. La controindicazione al momento emessa in Inghilterra riguarda soltanto i pazienti con storia clinica di anafilassi e un tipo di vaccino, il primo ad essere utilizzato nella pratica clinica. E’ prematuro sapere se tale indicazione verrà confermata nel tempo, quando i numeri e soprattutto le notizie provenienti dai Paesi dove la campagna è già iniziata aumenteranno.
Appena possibile l’argomento sarà aggiornato!
Redazionale a cura della dott.ssa Susanna Voltolini (Comitato Scientifico ALA)
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