Articolo a cura della dottoressa Mariangela Tosca
IRCCS Istituto Giannina Gaslini, Genova
Cos’è l’asma? Come si fa la diagnosi e come si cura?
L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree molto comune negli adulti ed in età pediatrica. In Italia riguarda circa il 12% dei bambini in età scolare ed il 15% degli adolescenti, ma in alcuni paesi nel mondo, come nel Regno Unito, può interessare il 25-27% di tutta la popolazione generale, anche in età adolescenziale.
L’asma si caratterizza per la presenza di sintomi, variabili nel tempo ed in intensità, quali respiro sibilante, affanno, tosse e talvolta senso di “oppressione al petto”. L’asma è causata da una limitazione del flusso d’aria in uscita dalle vie aeree. I sintomi sono spesso scatenati da diversi fattori, quali l’esercizio fisico, l’esposizione ad allergeni inalanti, ma anche a sostanze irritanti (il fumo di sigaretta, odori intensi, sostanze inquinanti), i cambiamenti meteorologici (aria fredda, umida, vento) o le infezioni virali respiratorie.
I sintomi e la limitazione del flusso aereo possono risolversi spontaneamente o in risposta alla terapia. Questa situazione può anche essere assente per settimane o mesi, ma poi ripresentarsi improvvisamente in seguito a vari stimoli. D’altra parte, anche i pazienti con asma lieve possono sperimentare riacutizzazioni episodiche, talvolta molto gravi e pericolose per la vita e, se gli episodi seppur lievi risultano frequenti, possono comportare un notevole peggioramento della qualità di vita.
L’asma è solitamente associata all’iperreattività delle vie aeree che può essere stimolata ed amplificata da stimoli aspecifici, quali irritanti, inquinanti ambientali, fumo, stress e fattori emotivi e psico-sociali (quali ansia e depressione) e tale condizione è spesso correlata ad una infiammazione cronica delle vie aeree. Queste caratteristiche di solito persistono, anche quando i sintomi sono assenti o la funzione polmonare è normale, ma possono migliorare con un adeguato trattamento farmacologico.
La diagnosi dell’asma si basa sull’identificazione dei sintomi respiratori tipici (respiro sibilante, mancanza di fiato, senso di “costrizione” al petto, tosse) e sulla documentazione della limitazione del flusso d’aria espiratoria mediante le prove di funzionalità respiratoria, che misurano i volumi ed i flussi di aria provenienti dalle vie aeree.
Le prove di funzionalità respiratoria comprendono la spirometria basale ed il test di broncodilatazione. Questo test serve per valutare l’eventuale miglioramento della prova dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore; si esegue quando la spirometria basale mette in evidenza una condizione di “ostruzione” bronchiale.
Osservare il tipo di sintomi è importante, poiché questi possono essere dovuti a condizioni acute o croniche diverse dall’asma, che vanno sempre prese in considerazione ed escluse con una diagnosi differenziale accurata. Per tale motivo anche la spirometria, assieme al test di broncodilatazione, dovrebbe essere ripetuta in più occasioni. Frequentemente infatti le prove di funzionalità respiratoria risultano normali, soprattutto in età pediatrica quando il soggetto è asintomatico o già in terapia.
La diagnosi di asma si basa sulla dimostrazione di un aumento dei valori dei parametri di funzionalità respiratoria (in particolare del FEV1) dopo la somministrazione di un broncodilatatore o dopo un periodo di terapia con farmaci cortisonici; oppure rilevando una loro riduzione dopo esercizio fisico o durante il test di provocazione bronchiale (eseguito con una sostanza farmacologica quale la metacolina).
Inoltre le prove di funzionalità respiratoria sono molto utili per valutare eventuale variazioni nel tempo, per monitorare l’efficacia della terapia prescritta o per prevedere il rischio di riacutizzazioni.
L’asma non controllata, a causa di una terapia non adeguata, per scarsa aderenza al trattamento o per la presenza di altre patologie concomitanti, è associata a una maggiore variabilità della funzione polmonare rispetto all’asma ben controllata.
Questi test devono sempre essere eseguiti da operatori esperti e con apparecchiature regolarmente calibrate.
Gli obiettivi a lungo termine della gestione dell’asma sono principalmente quelli di ottenere un buon controllo dei sintomi e ridurre al minimo il rischio di esacerbazioni asmatiche gravi, di prevenire la limitazione persistente o cronica del flusso aereo e gli effetti collaterali dei farmaci. Per raggiungere questi obiettivi, un trattamento farmacologico appropriato dovrebbe essere sempre accompagnato da un uso ottimale di strategie che includano l’educazione dei pazienti al corretto utilizzo dei farmaci, soprattutto dei broncodilatatori, ma anche dei loro dispositivi (quali i distanziatori per la somministrazione della terapia), il controllo dell’esposizione ad allergeni ed a irritanti ambientali (in particolare il fumo di sigaretta) ed il trattamento di altre patologie associate.
La gran parte dei pazienti nella fascia di età compresa tra i 6 ed i 18 anni presenta un’asma lieve (intermittente o persistente) che può essere controllata con l’utilizzo di broncodilatatori a rapida o lunga durata d’azione associati ai cortisonici somministrati per via inalatoria (ICS) ad un dosaggio che dovrebbe essere il “minimo efficace”, riducendo così i possibili effetti collaterali e per un tempo adeguato, per ottenere un buon controllo dei sintomi e dell’infiammazione.
Negli ultimi anni la ricerca ha consentito di individuare nuove terapie in particolare nel trattamento dell’asma grave nei pazienti adulti, nei bambini e negli adolescenti.
Si tratta di una condizione piuttosto rara che rappresenta non più del 3-5% dei casi di asma osservati nella popolazione pediatrica. Tuttavia a questi soggetti va riservata una particolare attenzione diagnostica e terapeutica per la gravità e cronicità della malattia.
Mariangela Tosca
Direttore del Centro di Allergologia dell’Istituto Gaslini