In queste settimana abbiamo ricevuto delle segnalazioni circa l’indicazione della possibile presenza di SENAPE in alcune confezioni di alimenti, soprattutto pasta, non conformi alla normativa vigente.
Una nota del Ministero della Salute fa sapere che è stata presentata una segnalazione, da parte del sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi (RASFF) irlandese, sul rischio di contaminazione da senape nel grano coltivato nell’emisfero settentrionale ed in particolare in Italia.
Per le sue proprietà fungicide e biocide, la senape è in grado di contrastare lo sviluppo di infestanti e patogeni. Per questo, molte aziende agricole la usano in alternativa a sostanze chimiche, in particolare con la pratica di sovescio, che mira a dare nutrimento al terreno e a migliorarne la struttura senza utilizzo di sostanze chimiche. La pratica di sovescio prevede che la pianta della senape venga intervallata alla semina del grano per concimare e mantenere la fertilità del terreno. Questo è il principale motivo per cui è possibile trovare senape occulta nel grano, anche per contaminazione crociata, e di conseguenza nei prodotti da esso derivati.
Qualora non possa essere esclusa la presenza accidentale di senape nel prodotto finito ed essendo la senape uno dei 14 allergeni che devono essere indicati in forma esplicita ed evidenziata nelle confezioni di alimenti ai sensi del Regolamento UE 1169/2011, il Ministero della Salute ha raccomandato agli Operatori del Settore Alimentare (OSA) di ricorrere ad avvertenze di etichettatura del tipo “può contenere tracce di senape”.
Tenuto conto della difficile gestione di una contaminazione tanto improvvisa quanto diffusa, e della difficoltà a provvedere in tempi rapidi alla stampa di nuove etichette, sono state emanate le seguenti indicazioni riguardo alle modalità di informazione ai consumatori da utilizzare transitoriamente, in vista dell’adeguamento progressivo delle etichette:
- per gli incarti in giacenza già acquistati, l’introduzione, attraverso il getto d’inchiostro (sistema utilizzabile solitamente nell’area dedicata al termine minimo di conservazione) di una frase sulla possibile presenza di senape, ad es. “può contenere tracce di senape” ed eventualmente in aggiunta il rinvio ad un’apposita pagina del sito aziendale in cui sono
riportati gli allergeni accidentalmente presenti. In tale pagina potrà, inoltre, essere inserita una descrizione del fenomeno delle contaminazioni accidentali, del sistema di approvvigionamento delle materie prime interessate ed altri aspetti di specifico interesse per il consumatore; - per i prodotti già a scaffale, il ricorso a vari strumenti volti ad informare tempestivamente il consumatore circa la possibile presenza dell’allergene senape nello specifico prodotto mediante avvisi nei punti vendita con apposita cartellonistica ed eventualmente, in aggiunta, ulteriori informazioni da inserire nei social, siti aziendali, ecc. Questa forma di comunicazione deve avvenire anche per i prodotti già commercializzati all’estero.
Inoltre, le suddette informazioni si devono applicare anche alle farine vendute tal quali ai consumatori.
La nota del Ministero spiega le difficoltà, con le tecniche analitiche attualmente disponibili, nell’individuare con attendibilità la presenza dell’allergene senape negli alimenti.
L’Istituto Superiore di Sanità ed il Centro di Referenza Nazionale per la rilevazione negli alimenti di sostanze e prodotti che provocano allergie o intolleranze (presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) si sono resi disponibili ad effettuare una valutazione sperimentale alla ricerca di una metodologia che possa garantire l’individuazione di questo allergene e consentire di escludere le contaminazioni delle farine.
Le associazioni più rappresentative del settore, a tale scopo, parteciperanno alla ricerca fornendo campioni di sfarinati di grano duro e tenero e fornendo un supporto economico per i costi delle verifiche sperimentali presso i summenzionati laboratori.
Il Ministero della Salute monitorerà l’andamento della sperimentazione per un periodo minimo di sei mesi.
In questa fase di ricerca della soluzione al problema il Ministero ha suggerito di evitare gli attuali inattendibili campionamenti, ma ha raccomandato il coinvolgimento delle aziende molitorie per le preventive verifiche ed individuazioni visive della senape nelle fasi di lavorazione.
Consigliamo, pertanto, a chi è allergico alla senape di controllare, scrupolosamente e con maggiore attenzione anche per i prodotti già utilizzati in passato, le confezioni degli alimenti contenenti farina e di visitare i siti e i social delle case produttrici alla ricerca di informazioni relative alla contaminazione.