A pochi giorni dalla tragica scomparsa di Federica, sedicenne romana, leggiamo dai giornali un’altra dolorosa notizia che riguarda la morte di un altro giovane.
Federico Anile, 21 anni di Noale, martedì scorso è deceduto in ospedale a seguito di una reazione allergica grave ad un alimento. Anche in questo caso la serata passata in allegria con gli amici ha avuto un esito inaspettato e tragico, ma a causare lo shock anafilattico questa volta è stato un panino alle noci.
L’intervento dei sanitari e il ricovero in ospedale non hanno evitato a Federico l’arresto cardiaco, il coma e, purtroppo, il decesso.
Negli ultimi sei mesi sono quattro i casi di morte per shock anafilattico in Italia. Tutte riguardano giovani vite. Due sono addirittura sedicenni.
Calabria, Lazio, Toscana e Veneto sono le regioni nelle quali sono accaduti i drammi, a conferma che il grave rischio legato alla patologia interessa tutto il nostro Paese.
Al di là delle strutture sanitarie, essenziali per la diagnosi e l’assistenza, manca una cultura diffusa sull’allergia alimentare grave che consenta di prevenire questi tristi epiloghi.
E’ necessaria una corretta informazione e una vasta divulgazione sull’allergia alimentare e sui rischi connessi.
E’ necessario porre fine ai svariati test sulle allergie e intolleranze alimentari che non hanno valore scientifico.
I sintomi non vanno trascurati perciò, in caso di dubbio, bisogna recarsi dal medico di base il quale può indirizzare il paziente in uno dei centri specialistici per le valutazioni e terapie mediche appropriate.
Le aziende alimentari e i ristoratori devono accertarsi che il consumatore sia informato sugli ingredienti di tutti i cibi serviti confezionati o al tavolo o a banco. L’informazione deve essere chiara e precisa, non possono e non devono esserci dubbi sulla composizione di un alimento (ai sensi del Regolamento U.E 1169/2011).
I pazienti che sono a conoscenza della propria patologia devono sempre verificare gli ingredienti leggendoli sui vari menù o confezioni oppure domandando direttamente al personale che serve nel locale.
E’ doveroso e conveniente, inoltre, segnalare la propria allergia e la relativa gravità al fine di consentire la corretta attenzione da parte dei ristoratori nel preparare e servire il pasto o la bevanda da consumare.
Aggiungiamo che le allergie sono molto diffuse ed in aumento e che costituiscono un elevato costo per la comunità sia in termini strettamente economici (pensiamo al costo sanitario) sia in termini sociali poiché la vita delle persone allergiche può comportare difficoltà nei rapporti in famiglia, con gli amici, a scuola e sul lavoro.
Ancora molto lavoro deve essere fatto per consentire la giusta considerazione della malattia e per evitare le conseguenze fatali che come abbiamo visto, in alcuni casi, comporta.