Farine prodotte dagli insetti possono portare a reazioni allergiche
Il governo ha annunciato la firma di quattro decreti sulla vendita delle farine di insetti, in linea con le indicazioni già fornite dall’Unione europea rispetto alla loro etichettatura e vendita.
I decreti sono stati firmati da Francesco Lollobrigida (ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare), Adolfo Urso (ministro delle Imprese e del made in Italy), e da Orazio Schillaci (ministro della Salute).
Le nuove norme prevedono un’etichettatura precisa sulla provenienza del prodotto, sui quantitativi di farine di insetti presenti e sugli allergeni, oltre che una apposita collocazione distinta nei negozi, come per gli alimenti biologici o senza glutine.
Per una non trascurabile fetta di consumatori (si calcola circa 800mila persone), però, queste farine possono costituire un rischio e provocare reazioni allergiche.
Secondo esperti della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) i prodotti derivati dagli insetti possono indurre allergie alimentari e casi sono già stati registrati in Cina, Stati Uniti ed Europa.
“In letteratura scientifica sono già stati riferiti numerosi casi di pazienti con reazioni a farine di artropodi, in particolare a farine di grilli, con sintomi che vanno da lieve orticaria a gravi shock anafilattici” – sottolinea Mario Di Gioacchino, Presidente Siaaic.
“Si tratta – prosegue Di Gioacchino – spesso di pazienti già allergici ad altre sostanze, sia alimentari che animali, che nella maggior parte dei casi avevano un’allergia nota ai crostacei e dopo aver ingerito farine di grillo hanno avuto una reazione. Sia nei crostacei che nei grilli sono infatti presenti molecole simili, che quindi giustificano una reazione crociata tra i due alimenti. Anche molluschi, insetti, acari della polvere, cavallette, vermi della farina, granchi, scarafaggi, moscerini della frutta sono artropodi come crostacei e grilli, condividono perciò molte proteine; quelle individuate più spesso come causa di reazione crociata sono la tropomiosina e l’arginina chinasi, più raramente l’esamerina 1B e le catene leggere e pesanti della miosina. Si ipotizza peraltro la possibile presenza di proteine cross-reattive non ancora individuate, e in generale si suppone una reattività crociata tra questi alimenti attorno al 90%”.
I pazienti che soffrono di reazioni allergiche a acari, crostacei e molluschi dovranno fare, perciò, molta attenzione anche alla presenza delle farine di insetti negli alimenti che andranno ad acquistare o consumare in, o fuori, casa.
Per questo motivo Di Gioacchino conclude spiegando che “il rischio di anafilassi dopo l’ingestione di farine di grilli, in chi è allergico ai crostacei o agli acari non è di dominio comune, i pazienti non sono consapevoli della necessità di evitare l’ingestione di insetti. Poiché questi sono sempre più promossi come fonte di proteine in tutto il mondo, i medici dovranno educare i pazienti su questo rischio”.
Al di là della discussione pubblica che ha riguardato l’emanazione di questi decreti, circa la difesa della cucina tradizionale italiana dalle nuove tendenze gastronomiche, è senza dubbio essenziale divulgare il più possibile l’informazione su questi nuovi rischi introdotti dall’utilizzo delle farine derivate dagli insetti.